Che requisiti sono richiesti per iscriversi? Bisogna presentare un curriculum? Superare un esame?

Niente di tutto questo. Basta scrivere alla segreteria e compilare un modulo. Non si deve versare un acconto, non c’è alcun tipo di impegno finché, qualche settimana prima dell’inizio dei corsi, chiediamo di trasformare la preiscrizione in iscrizione con il pagamento della retta. L’unico criterio per stabilire l’ordine in cui facciamo queste richieste è la data della preiscrizione.

Quanti studenti ci sono in classe?

Nei moduli di base A e B le classi di solito sono al massimo di 25 studenti in presenza. Possono essere meno numerose nei corsi avanzati, in particolare il C1 e il C2.

A partire dall’anno fatale 2020 sono sempre più gli allievi che scelgono di seguire da casa, ma cerchiamo comunque di non eccedere il totale di 30 allievi, fra quelli che vengono in aula e quelli che partecipano a distanza. Per dare un’idea di massima: un corso base ha in media una ventina di allievi in aula e una decina a casa.

In questi corsi insegnano diversi docenti o uno solo?

Solo il titolare dei corsi, cioè io, insegna in classe. Sono convinto che questo approccio sia di gran lunga superiore, come esito didattico, a quello delle scuole che offrono un’alternanza fra diversi docenti, e i risultati lo dimostrano.

Valeria D’Ambrosio corregge in parallelo con me i compiti narrativi assegnati a lezione e segue tutta la parte organizzativa; oltre a questo gestisce lei i progetti “lunghi”, ossia i romanzi. È una presenza indispensabile e insostituibile, oltre che molto gradita a tutti.

Cosa succede se perdo una o più lezioni?

Tutte le lezioni vengono registrate in voce, e il giorno dopo la registrazione viene mandata in forma di file audio a tutti gli allievi, che fossero presenti in aula o meno. Quindi se per caso si perde qualche lezione non è un problema.

In realtà, come accennavo prima, ci sono diversi allievi che, per difficoltà di orario o perché abitano lontano (abbiamo iscrizioni da tutta Italia e anche dall’estero), seguono l’intero corso con queste registrazioni, soluzione equiparabile a un corso online. I racconti che questi allievi scrivono, partendo dagli spunti proposti dal docente, ci vengono mandati via mail e restituiti corretti entro la lezione successiva, proprio come quelli di chi partecipa alla didattica in aula.

Come mai queste registrazioni audio delle lezioni, invece di farle in streaming?

Abbiamo preferito registrare le lezioni invece di farle in videoconferenza per diversi motivi di ordine pratico. Tutti gli allievi hanno gradito la maneggevolezza e versatilità del file audio rispetto a un appuntamento fisso in videocall. Molti hanno anzi scoperto questo aspetto intimo e “acustico” della scrittura e della riflessione sulla scrittura, che è testimoniato dal crescente successo degli audiolibri. Naturalmente se rimangono dei dubbi su particolari della didattica o sulle correzioni dei racconti si possono chiedere tutti i chiarimenti, ma è un’evenienza rara perché la chiarezza e completezza delle spiegazioni è da sempre uno dei punti di forza della scuola.

Grazie alla registrazione delle lezioni e alla condivisione di tutti i compiti completi di annotazioni e correzioni, la differenza fra partecipare dal vivo e seguire da casa si è molto assottigliata.

Gli allievi non fanno esercizi narrativi mentre sono in aula, come accade di solito nei laboratori?

No, fanno a casa i compiti che assegno; e Valeria e io li correggiamo a casa. Questo implica per noi una media di due o tre giornate di lavoro in più, che sono incluse nel costo dei corsi. È un lavoro invisibile, per così dire.

Devo confessare che considererei assurdo togliere tempo alla didattica per costringere gli allievi a fare davanti a me quello che possono benissimo svolgere a casa loro. Con che vantaggio? Certo, io così potrei oziare e limitarmi a rispondere, ogni tanto, a un piccolo dubbio di scrittura che può invece essere tranquillamente segnalato e spiegato sul testo dopo che è stato consegnato. Non dico che far scrivere gli allievi in presenza, come fanno molti, sia una truffa, ma poco ci manca.

Oltre a tutto, assegnare compiti che devono essere consegnati la settimana dopo riproduce la vera condizione del narratore: sei nel tuo spazio e ora devi cercare il tempo, la concentrazione per scrivere.

Le lezioni iniziano alle sei e mezza del pomeriggio, e io so già che arriverei sempre in ritardo. Non potreste iniziare alle sette, per esempio?

Quella dell’orario non è stata una scelta facile, perché chi esce dall’ufficio alle sei o più tardi può avere difficoltà ad arrivare in tempo. A parte il fatto che si può sempre chiedere la registrazione per ascoltare quella parte di lezione in cui non si era presenti, dopo vari esperimenti abbiamo fissato questo orario perché molti allievi vengono da fuori Milano e hanno un treno da prendere, alla fine della lezione.

Non sono sicuro che avrò sempre il tempo o la voglia di fare i compiti narrativi. È un problema?

In nessun senso. Abbiamo avuto allievi che non hanno mai consegnato nemmeno una riga, oppure che hanno scritto qualche racconto all’inizio ma poi hanno continuato a seguire i corsi, facendo anche i moduli avanzati, senza sentire il bisogno di scrivere o senza averne il tempo.

In ogni caso tutti i compiti della classe, con il loro corredo di commenti e correzioni, vengono sempre messi a disposizione di ogni singolo allievo, che ha quindi la possibilità di apprendere dagli errori degli altri oltre che dai propri.

Ho già seguito altri corsi, quindi le basi della scrittura creativa le ho già. Posso iscrivermi direttamente ai moduli avanzati?

No, per due motivi. Anzitutto l’insegnamento della scrittura creativa non è canonizzato, non ha uno standard, insomma non è come l’aritmetica: ognuno la insegna a modo suo. In secondo luogo, parlando in particolare di questi corsi, anche quelli di base (moduli A e B) sono elementari soltanto nel senso che affrontano appunto gli elementi, i fondamenti, le basi della narrativa; ma non sono elementari nel metodo didattico, che è da subito molto approfondito.

Al livello base si sono iscritti in passato anche autori che avevano già pubblicato per grandi editori (Mondadori, per esempio) e l’intera redazione di Sky Cinema, che voleva approfondire certi aspetti dell’analisi dei testi. Nessuno di loro ha avuto un accesso diretto ai moduli avanzati.

Voglio fare un corso di scrittura ma non per diventare un prosatore; mi interessano altre forme di narrativa, come il teatro, il cinema, il fumetto. Mi interessa la poesia. Sto lavorando a un saggio. Voglio scrivere per i giornali. Sono un copywriter. Sono un avvocato.

Queste tipologie di allievi le abbiamo avute tutte, e aggiungerei anche un paio di cantautori, un rapper e un docente che insegna statistica in un’università inglese (e che ha poi pubblicato un libro nella sua materia, ringraziandoci per avergli dimostrato che era possibile rendere più appetibile ai lettori perfino la statistica…). La risposta più sorprendente alla domanda: “Perché sei venuto qui a fare questo corso?” l’ha data comunque, alcuni anni fa, una signora che in tutta serietà ci ha detto che voleva imparare a scrivere meglio le relazioni delle assemblee condominiali!

Scherzi a parte, imparare a “narrativizzare” tutto quello che scriviamo significa imparare a essere dei comunicatori efficaci in ogni campo, perfino nello scrivere mail o messaggi su Whatsapp. Quindi non c’è nessuna vera controindicazione nel seguire questi corsi. 

In ogni caso, il minimo garantito che uno studente si porterà a casa, se anche non dovesse sviluppare un talento espressivo personale, sarà una comprensione molto più profonda dei meccanismi narrativi nei libri che legge, nei film o nelle serie televisive che vede. Potrà dire: “Questo libro è noioso perché i personaggi sono descritti bene, ma difettano di motivazioni”, oppure: “Vedrai che ora alla protagonista del film succederà un guaio, così dovrà chiedere aiuto a quell’uomo antipatico…”. Il che è già tantissimo.